Il Rettore Maria Chiara Carrozza ricorda il Premio Nobel Renato Dulbecco
“La scomparsa del Premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco, avvenuta oggi 20 febbraio 2012, ci priva di un grande scienziato ma ci consegna una grande eredità. La sua biografia è quella tipica dello scienziato che si è formato in scuole e in università italiane e poi ha trovato negli Stati Uniti istituzioni disposte a canalizzare sforzi e a concentrare risorse su tematiche importanti, come quelle che Renato Dulbecco ha approfondito durante la sua lunga carriera, permettendo di cambiare in maniera radicale l’approccio e la strategia, ad esempio, nella lotta ai tumori.
La sua biografia e la sua carriera indicano una direzione importante da seguire: è necessario puntare sulla ricerca di qualità, condotta in istituzioni che sanno sviluppare le proprie strategie, valorizzando in maniera significativa alcune aree, senza frammentare le proprie energie e le proprie risorse, sia umane sia finanziarie. Soltanto così, concentrando le proprie ricerche in settori giudicati di rilevante interesse strategico, è possibile pensare di ottenere quei grandi risultati che hanno caratterizzato la straordinaria carriera di Renato Dulbecco.
Renato Dulbecco è anche e soprattutto il simbolo dei tanti ricercatori italiani che si trovano a dover andare all'estero per svolgere ricerca in istituzioni di qualità, il suo impegno per il rientro di cervelli è stato un esempio per tutti che dovremmo continuare a seguire per internazionalizzare il nostro sistema della ricerca grazie al contributo di tutti quelli che si sentono di tornare in Italia per servire il proprio paese”.